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Viaggio a El Hierro: tra vulcani e oceano

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Campi di lava, scogliere a picco sull’oceano, una pace surreale: El Hierro è la più atipica e defilata delle Canarie e proprio per questo molto interessante. Non a caso fino ai tempi di Cristoforo Colombo era considerata l’ultimo lembo di terra prima dell’ignoto (e non a caso si decise di far passare il meridiano 0 proprio qui prima di spostarlo a Greenwich nel 1738). Inoltre, grazie ai suoi preziosi ecosistemi e allo sviluppo di un piano di sviluppo sostenibile è stata proclamata Riserva della Biosfera dell’Unesco.

Ma perché fare un viaggio a El Hierro? Cosa c’è da fare e vedere sull’isola? Quanti giorni stare? Come spostarsi? Come arrivare? Vi racconto tutto qui!

El Hierro in breve

El Hierro – conosciuta anche come “Isola del meridiano” – è penultima per estensione tra tutte le isole delle Canarie (più piccola di lei è solo La Graciosa, staccatasi da Lanzarote, dal punto di vista amministrativo, solo nel 2018). Ma non solo: è tra le isole dell’arcipelago di più recente formazione: le tracce delle eruzioni vulcaniche sono ancora molto evidenti. Insomma, se amate i vulcani, sappiate che qui troverete pane per i vostri denti. 😉

Prima di raccontarvi in dettaglio cosa fare e vedere in un viaggio a El Hierro, ve la presento in breve. Sappiate che è un’isola molto, ma molto particolare!

  • È piccola, ma non troppo: nonostante le ridotte dimensioni (tanto per capirci, è un terzo di Lanzarote), l’isola è brulla e impervia e ha strade a tratti anche molto tortuose; per spostarsi da nord a sud ci vuole solo un’oretta di auto, ma le cose da fare e vedere non mancano;
  • È il paradiso dei camminatori: El Hierro è attraversata da una fitta rete di sentieri di diversa lunghezza, mai troppo impegnativi; complice il traffico molto limitato, i sentieri molto ben segnalati e la straordinaria natura, molti sono i viaggiatori che la visitano spostandosi solo a piedi;
  • È prevalentemente montuosa: è attraversata da una catena di vette montagnose (che sono in realtà vulcani) che rendono le sue strade molto tortuose (se soffrite di mal d’auto, beh, preparatevi psicologicamente);
  • Le spiagge sono pochissime: se amate le spiagge lunghe e attrezzate sappiate che siete nel posto sbagliato; sull’isola la costa è per lo più frastagliata e orlata di scogliere; le poche spiagge presenti sono piccole ed esposte alle correnti; chi vuole fare il bagno deve affidarsi alle cosiddette “piscine naturali” ricavate tra gli scogli e l’oceano;
  • È un’isola molto tranquilla: se amate la movida notturna, probabilmente questo non è il posto che fa per voi; El Hierro è super tranquilla, non ci sono molti locali dove fare serata e i viaggiatori che si spingono fin qui sono pochi;
  • Ha temperature molto miti: trovandosi in posizione sud-occidentale rispetto all’arcipelago, all’altezza delle coste del Marocco meridionale, ha temperature mediamente più alte rispetto ad esempio a Gran Canaria o Tenerife; a gennaio abbiamo trovato 30 gradi sulla costa;
  • È ricca di punti panoramici: sia che la giriate a piedi o in auto, i mirador non si contano; ce ne sono moltissimi, alcuni dei quali davvero strabilianti (come il Mirador de Isora, de Las Playas, de la Peña o Lomo Negro I e II);
  • Strade e sentieri sono molto ben segnalati: per spostarsi sull’isola Google Maps è davvero superfluo, vi basta una mappa; questo perché a volte non c’è copertura, ma soprattutto perché tutte le strade sono numerate, le località sempre segnalate e così i sentieri, davvero impeccabili;
  • La sua capitale è piccolissima: è l’unica isola delle Canarie ad avere un capoluogo nell’entroterra; si tratta della minuscola Valverde, che conta poco più di 4.000 abitanti (l’isola in totale ne conta solo circa 10.000).

Viaggio a El Hierro: le cose da vedere

El Tacoron, El Hierro
La vista dal Mirador Lomo Negro I

Una delle cose che più mi ha sorpreso del mio viaggio a El Hierro è il numero di spunti e attrazioni presenti sull’isola: trattandosi di un’isola piccola, avevo messo in conto di trascorrere tre giorni pieni pensando che fossero quasi troppi. E invece – sorpresa! – si sono rivelati appena sufficienti per visitare i luoghi più significativi e percorrere i sentieri principali. Se amate la natura, i vulcani e l’oceano e volete staccare la spina da tutto, mettete pure in conto una settimana o anche più!

Qui sotto vi racconto quello che c’è da vedere sull’isola in base alle diverse zone che abbiamo esplorato giorno per giorno:

  • Il sud dell’isola: da El Pinar a La Restinga (sud-est) fino alla punta occidentale (primo giorno);
  • La zona centrale: dal sentiero della Llania al Pico Malpaso fino alla costa de El Golfo (secondo giorno);
  • La parte settentrionale: il sentiero da Maceta a Las Puntas e quindi i punti panoramici del nord fino a Pozo de Las Calcosas e La Caleta (ultimi giorni).

Il sud

La parte meridionale di El Hierro è la più soleggiata e brulla dell’intera isola, non a caso chiamata la “Dehesa”, ovvero “pascolo”. Qui i segni dell’attività vulcanica sono ancora perfettamente visibili: la zona compresa tra il Faro de Orchilla e l’Arco de La Tosca, a sud-ovest, è una lunga distesa di campi lavici intramezzati qua e là da piante succulente (moltissime sono le Euphorbie) e piccoli cipressi piegati dal vento. Un lungo tratto di costa è inaccessibile e la strada attraversa questo angolo di isola inerpicandosi dall’alto.

I centri abitati principali sono sostanzialmente due: El Pinar e La Restinga, molto comodi in quanto a servizi e posizione.

Nella vostra esplorazione della parte meridionale dell’isola ecco cosa vi consiglio di vedere:

  • Cala de Tacorón: una piccola deviazione dalla H4, la strada che sale da La Restinga, porta a questo promontorio dove si susseguono cale e calette vulcaniche con tanto di tavoli da pic-nic e scalette per agevolare l’entrata in acqua; lungo la strada a tornanti che scende all’oceano, c’è il panoramico Mirador de Tacorón;
  • Centro de Interpretación del Geoparque: tornando sulla HI-4, questo piccolo museo con spazi anche all’aperto racconta l’evoluzione vulcanica e l’ultima eruzione dell’isola con video e immagini; è possibile fare un biglietto cumulativo che comprende l’accesso anche ad altri centri dell’isola;
  • Parque Cultural de El Julan: una piccola deviazione dalla HI-400 conduce a questo piccolo centro che racconta delle popolazioni locali dell’isola, i Bimbaches; il focus è in particolare sulle iscrizioni rupestri ritrovate in zona, che è possibile vedere di persona partecipando a una visita guidata; lungo la strada si incontra anche il panoramicissimo Mirador de Julan;
  • Santuario Nuestra Señora de los Reyes: punto di partenza del Camino de la Virgen, il sentiero più emblematico dell’isola, è un bel monastero del XVI secolo che custodisce la statuetta della santa patrona dell’isola, che viene portata in processione ogni quattro anni il primo sabato di luglio;
  • El Sabinar: in questa brulla località sferzata dagli alisei c’è un’alta concentrazione di piante piegate dal vento, assai scenografiche, tra cui quella che è diventata il simbolo stesso dell’isola;
  • Mirador de Bascos: nei dintorni de El Sabinar, una strada sterrata arriva a questo punto panoramico che si apre a perdifiato sul sottostante El Golfo (ci si può arrivare anche a piedi in circa un’ora percorrendo il sentiero che parte da El Sabinar);
  • Faro de Orchilla e monumento al meridiano 0: questo faro ancora in funzione, visitabile solo dall’esterno, circondato dalla lava vulcanica, segna il punto più sud-occidentale dell’isola; dalla strada un sentiero ben indicato percorribile a piedi o in 4X4 porta a un monumento che indica il punto in cui passava il Meridiano 0;
  • Mirador de Lomo Negro I e II: lungo la HI-500, che scende lungo una strada tutta curve (e senza protezioni, occhio!) si incontrano due punti panoramici tra i più belli dell’isola: il Mirador Lomo Negro I è sulla strada, mentre Lomo Negro II è poco più in alto e ci si arriva percorrendo un facile sentiero di 260 metri dalla strada.

La zona centrale

La zona centrale dell’isola corrisponde alla parte più verde e montagnosa di El Hierro: qui si concentrano sentieri, picchi vulcanici e molti punti panoramici (non perdetevi il Mirador de Las Playas e de Isora perché sono davvero favolosi).

  • Mirador de las Playas: percorrendo la HI-4 da Valverde a La Restinga, una breve deviazione porta a questo fantastico mirador, una terrazza panoramica con grande parcheggio che offre una visuale incredibile sulla costa orientale; se il cielo è sgombro, da qui si scorgono senza problemi La Gomera e l’inconfondibile puntina del Teide di Tenerife;
  • Mirador de Isora: poco oltre, lungo la HI-35, ecco un’altra terrazza panoramica impressionante, su più livelli, a picco sulla costa sottostante, immersa in una vegetazione davvero rigogliosa; da qui, volendo, si può scendere lungo un impegnativo sentiero che scende fino al mare;
  • Hoya del Morcillo: è una area verde nel bosco di pini canari nel centro dell’isola, attrezzata come area pic-nic;
  • Sentiero La Llanía: uno dei sentieri più frequentati dell’isola, si snoda nel fitto del bosco di laurisilva lungo tre diversi percorsi ad anello (4,2 km, 5,6 km e 7,4 km) attraversando anche il Mirador de la Hoya de Fireba, con vista su un cratere vulcanico, e il Mirador La Llanía;
  • Pico Malpaso: con i suoi 1.501 metri di altezza è il punto più alto dell’isola, spesso avvolto tra le nubi e spazzato da un forte vento; ci si può arrivare a piedi (da qui passa il Camino de la Virgen) ma anche in auto (la strada per arrivarci diventa sterrata ma nel pezzo finale è asfaltata);
  • El Golfo: seguendo la HI-1 si scende serpeggiando verso la zona de El Golfo, il comune che accorpa i centri abitati della costa occidentale; lungo la strada fermatevi alla Iglesia de la Nuestra S.ra de la Candelaria con il suo campanile costruito sulla sommità di un vulcanetto; sulla costa troverete piscine naturali (i charcos) – come Charco Azul e Charco Los Sargos – e una costa spazzata da onde potenti. Ma non solo! Proseguite sotto…

Il nord

La parte settentrionale è molto diversa dal resto dell’isola: qui il profilo è più dolce, l’attività vulcanica a tratti meno evidente, si susseguono pascoli verdissimi delimitati da muretti a secco e piccoli centri abitanti. In questa zona si trova anche Valverde, il capoluogo, l’aeroporto e il porto, ma anche alcuni dei punti panoramici più notevoli dell’isola.

  • Sentiero La Maceta – Las Puntas: questo è tra le cose che non potete proprio perdervi durante il vostro viaggio a El Hierro; è un tragitto pedonale super scenografico che si snoda lungo passerelle di legno tra calette e mirador al cospetto dell’oceano; il percorso è lungo circa 5 km a/r ed è percorribile sia da Las Puntas o La Maceta; il consiglio è quello di abbinarlo ad una sosta pranzo o una birretta al chiosco che si trova a La Maceta, proprio all’arrivo/partenza del tragitto (dove si mangia anche molto bene);
  • Mirador de la Peña: realizzato dal celebre artista César Manrique (se siete stati a Lanzarote non potete non conoscerlo), nel 1989, su uno sperone di roccia aggrappato al di sopra de El Golfo, ospita un bar-ristorante con una vista strabiliante sulla costa;
  • Mirador de Jinama: a dieci minuti d’auto dal mirador precedente, offre una balconata super panoramica su El Golfo, con tanto di balcone in vetro sospeso sopra il vuoto (occhio se soffrite di vertigini!); da qui parte il sentiero di 16 km che scende a La Frontera, purtroppo però chiuso al momento della nostra visita (gennaio 2024);
  • Pozo de las Calcosas: si tratta di un tranquillo pugno di case sulla costa settentrionale, famoso per le sue belle piscine naturali, ma anche per le casette costruite in roccia vulcanica e tetti di paglia, quasi un museo a cielo aperto che racconta delle vecchie usanze dell’isola;
  • Tamaduste e La Caleta: sono le località di mare frequentate dagli abitanti di Vaverde; Tamaduste ha una zona attrezzata a mo’ di spiaggia, con scalette per l’accesso in acqua, La Caleta ha un bel lungomare e piscine pubbliche costruite in riva all’oceano.

I sentieri di trekking sull’isola

Come dicevo, a El Hierro i sentieri da percorrere a piedi sono moltissimi, diversi per lunghezza e scenario. Ci sono tre tipologie di sentieri:

  • GR: sentieri di lunghezza considerevole, segnalati in bianco e rosso, che attraversano l’isola in lungo e in largo e che richiedono più giorni per percorrerli;
  • PR: sentieri di lunghezza più limitata, segnalati in bianco e giallo, che in genere è possibile percorrere in giornata;
  • SL: i sentieri più corti, che arrivano a un massimo di 10 km, segnalati in bianco e verde.

Tra i sentieri più rinomati ci sono:

  • Sentiero de La Llania: con partenza e arrivo al parcheggio di Fonte Llania, è un percorso circolare in tre varianti (verde da 4,2 km, arancione da 5,6 km e blu da 7,4 km) che si snoda nel bosco di laurisilva per poi risalire le creste vulcaniche raggiungendo due punti panoramici; è per lo più pianeggiante nel bosco e ha tratti in salita alla fine;
  • Sentiero La Maceta – Las Puntas: copre i 2,5 km di distanza tra le località di La Maceta e Las Puntas, sull’oceano, nella zona di El Golfo; può essere percorso in entrambe le direzioni, è in gran parte su passerelle di legno, prevede saliscendi modesti (se partite da Las Puntas dovrete fare un primo pezzo in salita); lungo il percorso si trovano diverse terrazze panoramiche con panchine con vista oceano;
  • Camino de la Virgen: 37 km in totale, attraversa l’isola quasi nella sua interezza, dal Santuario Nuestra Señora de los Reyes, a sud, fino a Tamaduste, a nord, con due sezioni distinte: Tamaduste-Malpaso (dal livello del mare ai 1.500 metri del Pico Malpaso) e Malpaso-Orchilla. Il sentiero segue il tragitto percorso ogni quattro anni dai pellegrini in occasione delle celebrazioni per la Bajada de La Virgen de Los Reyes.

Come arrivare

Al momento non ci sono collegamenti aerei diretti dall’Italia. L’unica possibilità per arrivarci è fare scalo alle Canarie, optando nello specifico per Tenerife o Gran Canaria, e da lì spostarsi a El Hierro.

Per arrivare sull’isola di El Hierro dalle altre isole delle Canarie al momento (gennaio 2024) ci sono due possibilità:

  • In traghetto: la compagnia Naviera Armas effettua collegamenti via mare tra Porto di Los Cristianos, nel sud di Tenerife, e Puerto de La Estaca, il porto di El Hierro; il viaggio in traghetto dura circa 2 ore e mezza e costa circa 50€ a tratta (è possibile trasportare anche auto);
  • In aereo: la compagnia locale Binter Canarias assicura collegamenti aerei giornalieri con El Hierro dall’aeroporto di Tenerife Nord (TFN) e da Gran Canaria; il volo dura circa 50 minuti, costa circa 50€ a tratta e avviene a bordo di piccoli aerei con motore turboelica.

Come spostarsi

Con i mezzi pubblici

L’isola è servita da una rete capillare di trasporti pubblici: bus e navette collegano tutte le principali località dell’isola, da nord a sud. Il servizio bus serve anche l’aeroporto, ma il collegamento è solo con il capoluogo, Valverde (per proseguire si deve cambiare bus a Valverde).

A questo link trovate l’elenco con tutte le linee bus dell’isola e i rispettivi orari (che variano a seconda della stagione invernale o estiva).

Con l’auto

Anche se l’isola è piccola, le cose da fare e vedere in un viaggio a El Hierro non mancano, motivo per cui il modo più comodo e libero per esplorare l’isola è prendere un’auto a noleggio. In aeroporto ci sono diverse compagnie di car rental. Noi abbiamo prenotato l’auto tramite DiscoverCars, il portale comodo e affidabile a cui ci affidiamo sempre e che permette di confrontare diverse offerte contando sempre sulla cancellazione gratuita.

A El Hierro al momento ci sono solo tre stazioni di rifornimento per il carburante: a Valverde (a meno di dieci chilometri dall’aeroporto), a El Pinar, il centro principale a sud dell’isola, e a Tigaday, sulla costa occidentale. Il consiglio è quello di non arrivare mai al limite con la benzina (le stazioni di rifornimento non sono tutte operative 24 su 24).

Dove dormire e mangiare

Le dimensioni contenute dell’isola consentono di fare base in un’unica località dell’isola e di andare e venire senza grossi problemi.

Per i nostri tre giorni sull’isola noi abbiamo scelto la zona de La Restinga, un paese di pescatori nel sud dell’isola, meta prediletta da chi viene sull’isola per fare immersioni (a La Restinga ci sono diversi centri che organizzano uscite di diving).

In particolare abbiamo scelto di soggiornare presso l’hotel Sur Restinga. L’hotel è semplice ma ben organizzato e tutte le camere sono affacciate sul porto. In pochi passi dall’hotel si raggiungono i ristoranti e i negozi del paese (quando siamo stati noi, dopo l’Epifania, alcuni erano però aperti solo di giorno o chiusi per ferie).

Vi segnalo comunque:

  • El Mentidero (El Pinar): un bar con tavoli all’aperto sulla strada principale, aperto di giorno e di sera, frequentato dalla gente del posto; ideale per una sosta pranzo o uno snack, ha degli ottimi bocadillos;
  • Restaurante El Sorchante (La Restinga): un ristorante sul lungomare che propone ottima cucina tradizionale canaria, con piatti sia di carne sia di pesce, dal prezzo super onesto;
  • Kiosco la Maceta (La Maceta): proprio in corrispondenza dell’inizio del sentiero per Las Puntas, con un comodo parcheggio, con tavoli vista oceano, ha piatti vari e interessanti (vi consiglio la carne fiesta e la ceviche).

Avete dubbi o domande su El Hierro? C’è qualcosa che non ho tralasciato? Chiedetemi pure!

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