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Sud-est asiatico: le FAQ

Qual è il periodo migliore per viaggiare nel Sud-est asiatico? Farà troppo caldo? Dovrò fare qualche vaccino? Come faccio con i soldi? Viaggiare da soli è sicuro? Viaggiare via terra è fattibile? Come costruisco il mio itinerario di viaggio? Da quale paese inizio? Le domande che possono sorgere in testa a chi si appresta a partire per un viaggio breve o lungo nel Sud-est asiatico possono essere molte, a volte ricorrenti.

In questo post ho pensato di racchiudere le domande che mi vengono poste più frequentemente – delle FAQ insomma – e le mie risposte, anche con qualche approfondimento, che sono il risultato delle mie esperienze di viaggio.

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I 6 posti più bizzarri del Sud-est asiatico

Il bello del viaggiare sta anche nell’effetto sorpresa, trovare luoghi tanto diversi da quelli a cui siamo abituati da spiazzarci totalmente e farci restare senza parole. Ciò può valere in positivo, ma anche in negativo: alcuni luoghi sono capaci di stregarci o terrorizzarci.

Altri ancora possono avere un effetto ancora diverso: a volte, viaggiando, può capitare di trovare posti bizzarri, ma tanto bizzarri da colpirci nel profondo. Luoghi su cui si può anche fare l’esercizio di astenersi dal giudizio (una delle grandi lezioni del viaggiare: imparare a essere imparziali). Luoghi di questo tipo nel Sud-est asiatico non mancano. Anzi.

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Le meraviglie di Bagan

“Ci sono viste al mondo dinanzi alle quali uno si sente fiero di appartenere alla razza umana. Bagan all’alba è una di queste. Nell’immensa pianura, segnata soltanto dal baluginare argenteo del grande fiume Irrawadi, le sagome chiare di centinaia di pagode affiorano lentamente dal buio e dalla nebbia: eleganti, leggere; ognuna come un delicato inno a Buddha. Dall’alto del tempio di Ananda si sentono i galli cantare, i cavalli scalpicciare sulle strade ancora sterrate. È come se una qualche magia avesse fermato questa valle nell’attimo passato della sua grandezza.”

Tiziano Terzani, In Asia

Il Myanmar è fatto di tanti posti meravigliosi, ma se c’è un posto che ha la meglio su tutti, beh, quello è la piana di Bagan. Forse è proprio per questo, per preservarmi l’effetto meraviglia, che ho deciso di lasciare Bagan come tappa finale del mio viaggio in Myanmar.

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L’avventura di prendere il treno in Myanmar

Furono gli inglesi a inaugurare la prima rete ferroviaria in Myanmar. Era il 1877 e la prima linea collegava Yangon, allora capitale del paese (all’epoca si chiamava Rangoon), con Pyay, una città 260 km più a nord.

Nel corso del tempo la rete ferroviaria birmana si è molto estesa (oggi ci sono 5.400 km di binari e 858 stazioni) e ci sono nuove linee in costruzione a sud e a ovest del paese, ma in un certo qual modo non sembra essere cambiato molto da quel lontano 1877.

Appena si mette piede su un treno birmano, l’impressione è quella di venir subito risucchiati in un viaggio all’indietro nel tempo, un viaggio che – sebbene traballante e saltellante – vale la pena di provare. Un viaggio emozionante che nessun altro mezzo di trasporto consente di fare.

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La Golden Rock, il luogo simbolo di tutta la Birmania

Se penso alla Birmania la prima immagine che mi viene in mente non è il Lago Inle, non è Yangon o Mandalay e nemmeno Bagan. Secondo me la Birmania è la Golden Rock, un posto mistico e incredibile, dove la poesia e la suggestione si mescolano alla leggenda e alle preghiere dei fedeli che arrivano in pellegrinaggio qui da tutto il paese.

Per arrivare alla Golden Rock è necessaria una deviazione verso est da Yangon (in pratica bisogna andarci apposta, non è lungo la direttrice di viaggio classica), ma la deviazione è più che meritata. A mio parere non si può pensare di andare in Birmania senza andare alla Golden Rock. Per diversi motivi.

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