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Sentirsi a casa in viaggio

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È il mio secondo giorno a Bangkok e mi trovo a girovagare per China Town, con il naso catturato da zaffate di odori indescrivibili, gli occhi catturati da colori vivaci e cibi mai visti prima. A un tratto incrocio lo sguardo: è quello di un occidentale, uno dei pochi turisti che sto incontrando in questo angolo della città.

L’effetto è strano. I miei occhi rimbalzano stupiti su questa figura che si staglia dallo sfondo. Mi viene spontaneo guardarlo una prima e una seconda volta. Risponde allo sguardo, forse anche lui colpito e sorpreso di imbattersi in una turista occidentale qui, tra le bancarelle – profumate e puzzolenti allo stesso tempo – di China Town.

Eppure non mi dovrebbe stupire. O forse sì? E perché resto colpita?

Mi viene il sospetto: che forse io mi sia già abituata al nuovo habitat? Ci penso un attimo e realizzo: sì, mi sento a mio agio in giro per Bangkok, forse è proprio vero che mi sono già ambientata. Forse il mio corpo non si è ancora abituato del tutto alle temperature (e all’umidità..) di Bangkok, di sicuro non ancora alla piccantezza del cibo (mi abituerò mai? quanto mi ci vorrà?), ma dentro di me, nel profondo dell’animo, mi sento a casa.

È solo il mio secondo giorno a Bangkok eppure vado e vengo con lo Sky Train, la metropolitana, e ho cominciato già a localizzare i punti sulla mappa. Che poi alla fine non è tanto questione di sapersi orientare o meno, avere dei riferimenti, raccapezzarsi in questa megalopoli (grazie a Dio non mi sono ancora persa), ma è proprio il fatto di sentirsi integrati.

Mi fermo a pensare. In effetti questa sensazione la conosco. Mi capita spesso di accorgermi di sentirmi già perfettamente integrata già dopo poco che mi trovo in un posto, soprattutto con le mete che scelgo di visitare personalmente, perché incuriosita e mossa dalla voglia di scoprirle.

È già successo però che altre volte io mi sentissi comunque “una diversa” rispetto al contesto in cui mi trovavo, che io mi sentissi “altro” da quello che vedevo. Questa volta no. Qui, in questa parte di mondo che mi sta tanto a cuore, non mi sento una diversa, mi sento nel posto giusto.

Questa è una di quelle situazioni in cui mi sento una perfetta cittadina del mondo (sensazione bellissima). Sarà una cosa che nasce spontanea o avviene perché l’ho messa in pratica più volte, o perché ce l’ho nel DNA? Sono nata cittadina del mondo o lo sono diventata?

Di certezze ce ne sono poche. Rincorro i pensieri e mi faccio domande mentre mi gusto i miei noodles cinesi in una bancarella sconquassata tra le bancarelle del mercato. So solo come mi sento: adattata. I miei occhi si adattano a quello che vedono, il mio cuore comprende e si regola di conseguenza, anche il passo è diventato più lento.

Sono a Bangkok solamente da un paio di giorni.. ma mi sembrano molti di più. Sarà forse perché qualche scorcio di Bangkok già lo avevo sperimentato un paio di anni fa, sarà la determinazione del mio viaggio solo con il biglietto di andata.. per ora posso ritenermi soddisfatta.

Già mi chiedono come mi sembra Bangkok questa seconda volta, se sto cominciando ad apprezzarla, se questa seconda chance che ho deciso di darle me la sta facendo rivalutare (visto che le mie prime impressioni non erano state molto esaltanti). .. È ancora troppo presto per dirlo.

Non amo i giudizi affrettati, ascolto le sensazioni e quello che il mio sesto senso mi fa percepire, ma non mi lancio in sentenze prima del tempo. Ho ancora molto da scoprire qui a Bangkok, sono ancora solo all’inizio. Vediamo cosa questa Città degli Angeli mi farà provare.

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4 comments

  1. Ma grazie Tania, grazie per il tuo commento 🙂 Si, penso che hai ragione, un po' si deve essere predisposti ma un po lo si impara a essere viaggio dopo viaggio. Il viaggiare regala momenti di vita davvero splendidi 🙂

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