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Alla scoperta di Istanbul

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Il viaggio alla scoperta di Istanbul non può che cominciare dalla Piazza delle Moschee, il cuore antico della città, dove si trovano la bellissima Aya Sofya, l’antica basilica cristiana poi convertita in moschea (ora museo), la Moschea Blu e il Palazzo Topkapi, la residenza dei sultani. Ma non solo…

È una bellissima mattina di sole e la nostra esplorazione della città parte da qui. La Basilica di Aya Sofya è davvero un incanto. La sua architettura è straordinaria, la sua storia altrettanto. Fu terminata nel 537, all’apice dell’epoca bizantina, poi trasformata in moschea in seguito all’invasione ottomana della città nel 1453. Il suo interno è imponente, suggestivo, traboccante di storia e di significati.

 

E chi ci troviamo subito entrando? Un gatto! Se ne sta beatamente in posa all’ingresso ed è l’attrazione dei turisti che si mettono in coda per fare la foto con lui (mi dicono che sono due i gatti che vivono stabilmente ad Aya Sofya). Questa città è fantastica! Anche per i gatti.

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Non perdetevi la visita alle gallerie al piano superiore: dall’alto la basilica è ancora più suggestiva e inoltre qui si trovano alcuni splendidi mosaici.

Tra i “must” di Istanbul c’è assolutamente anche la Cisterna Basilica, una grande cisterna sotterranea costruita sotto il regno Giustiniano I (527-565), proprio a due passi da Aya Sofya. L’entrata vale assolutamente la pena: l’atmosfera è decisamente insolita e molto particolare.

Restaurata interamente, è tornata visitabile solo nel 1987 ed è in buonissimo stato di conservazione. Un tempo ospitava fino a 8.000 metri cubi di acqua provenienti da un acquedotto nei pressi del Mar Nero e costituiva il bacino idrico della corte del Sultano. Visitarla può essere anche una piacevole occasione di refrigerio magari durante una calda giornata estiva.

Sempre lì a due passi (è incredibile come a Istanbul si trovino così tante attrazioni turistiche concentrate nella stessa zona della città) c’è la famosa – e soprattutto incantevole – Moschea Blu. Purtroppo quando ci siamo arrivati era ora di preghiera, quindi abbiamo dovuto rimandare la nostra visita al pomeriggio. Sentire il richiamo dei fedeli alla preghiera è comunque qualcosa di magico: che brividi! Che atmosfera!

Attraversiamo l’Ippodromo, passiamo una via di case coloratissime, tra negozi di tappeti, bancarelle e venditori di ogni genere. Lì vicino si trova il Bazar Arasta, con negozi che vendono tappeti e tessuti di ottima qualità.

La nostra destinazione successiva è il sontuoso Palazzo Topkapi: impossibile perderselo. In realtà servirebbe una mezza giornata per visitare il Palazzo e l’Harem perché è proprio immenso.

Se trovate coda alla biglietteria d’ingresso ricordatevi che si sono anche dei distributori automatici dei biglietti: si può pagare sia con carta di credito sia con contanti. Se potete non perdetevi l’Harem (serve un biglietto aggiuntivo ma ne vale la pena).

Usciti dal Topkapi ritentiamo la visita alla Moschea Blu. L’emozione entrando – nonostante le frotte di turisti – e lo stupore sono forti. E’ la prima volta che entro in una moschea, la prima di una lunga serie durante il mio soggiorno a Istanbul. Dire “suggestivo” è limitativo.

La nostra prima giornata di full-immersion nella vita di Istanbul è tutt’altro che finita. Prima ci sta una bella pausa tè (la bevanda per eccellenza di Istanbul), con qualche dolcetto e poi via verso il Gran Bazar, altro luogo da non perdere, dove perdersi tra i colori, i profumi e il vociare della gente.

Ma non è ancora finita. Ci dirigiamo a piedi verso la stazione dei treni di Sirkeci, che io voglio tanto visitare perché è la storica stazione dove arrivava un tempo il mitico Orient Express.

In una sala della stazione alle 19.30 viene organizzata per i turisti una, ovvero la cerimonia sacra che vede protagonisti i dervisci rotanti. Noi ci siamo e in religioso silenzio assistiamo (i dervisci danzano su se stessi con l’accompagnamento di un cantante e un gruppo di musicisti: la loro danza è volta a cercare il contatto con il divino).

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