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Posto che vado, libro che mi porto

Tiziano Terzani
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Chi mi legge da un po’ ormai lo sa: nel mio blog viaggi e letteratura vanno spesso e volentieri a braccetto. Anzi, sono legati da un vero e proprio rapporto simbiotico.

Io non potrei mai viaggiare senza un libro e spesso è proprio grazie a un libro che trovo ispirazione per le miei destinazioni future. Così è successo che divorando la trilogia di Stieg Larsson mi è venuta una voglia irrefrenabile di andare a Stoccolma. Quando ho letto L’ombra del vento di Zafron sono dovuta tornare a Barcellona (dove torno sempre molto volentieri).

Quando mi hanno suggerito di leggere Mangia, prega e ama (“Leggilo, vedrai come è carino!”), mi sono poi ritrovata – come penso sia successo a tante altre persone – a “dover” acquistare un biglietto aereo per Bali. Per forza. Leggere della Gilbert che pedala tra le verdeggianti risaie di Ubud, che impara a meditare e a sorridere con la pancia grazie a Ketut, il suo saggio mentore, mi ha ammaliata.

Stessa cosa con Terzani. Lo dico sempre a tutti quelli che si accingono a leggere gli scritti di Tiziano Terzani per la prima volta: ottima scelta (Terzani è stato un grande reporter, viaggiatore e soprattutto un grande amante dell’Asia) ma preparatevi però a fare un biglietto per l’Asia poi! Impossibile non venirne conquistati.

I libri sono i miei compagni di viaggio fidati, che in genere scelgo con cura, in base a quella che sarà la mia prossima meta. Mi piace portare con me libri ambientati proprio nel luogo in cui mi trovo a viaggiare. Mi sembra, in questo modo, di riuscire a capire meglio e ad assimilare meglio ciò che mi circonda, come se le righe che leggo mi venissero raccontate direttamente dal posto in cui mi trovo.

A House in Bali

A Bali è successo con A House inBali, romanzo del 1944 scritto da Colin McPhee, un compositore e musicologo canadese. Dopo aver sentito per caso uno stralcio di musica balinese a New York, ne rimase stregato a tal punto da decidere di andare a vivere per qualche tempo a Ubud per studiarne la musica e la cultura. Il libro, che racconta della sua vita a Bali in quel periodo, contribuì non poco a diffondere la conoscenza della cultura balinese nel mondo. McPhee fu il primo occidentale a dedicarsi allo studio della musica balinese.
Ensemble di gamelan a Bali (anni ’40)
Ensemble di gamelan a Bali (anni ’40)
Attraverso le pagine di A House in Bali ci si cala nell’atmosfera della Bali degli anni ’40, di cui ci si riesce solo vagamente a farsi un’idea. Bali a quei tempi doveva essere davvero molto diversa dalla Bali di oggi.

Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia

In Cambogia ho portato con me Fantasmi. Dispacci della Cambogia di Tiziano Terzani. Inviato per numerosi giornali come Giorno, L’Espresso, Messaggero, Repubblica, Corriere della Sera e anche per Der Spiegel, Terzani raccontò la follia della guerra e della dittatura degli khmer rouge, e soprattutto delle condizioni di vita della popolazione (“Il coprifuoco comincia alle sette e nemmeno i cani restano per le strade perché in queste settimane di assedio e di fame la gente ha finito per mangiarseli”).

Terzani “s’innamora di Phnom Penh, la più bella delle tre capitali costruite dai francesi in Indocina”, davanti al fiume Mekong “immenso e luminoso”.

Il suo amore traspare dalle sue parole, con il risultato che fa innamorare anche chi legge (almeno con me ha funzionato così).

Scritti sulla sabbia

In Marocco ho portato con me Scritti sulla sabbia di Isabelle Eberhardt. Racconta dei viaggi di una giovane donna poco più che ventenne che abbandona le convenzioni della vita borghese per fuggire nel deserto, unirsi ai beduini e alla vita nomade, lavorando come cronista di guerra, spesso sotto falso nome e con vestiti maschili.

Incredibile se si pensa che il tutto succede a fine ‘800, quando sulle colonie del nord Africa comincia a soffiare il vento dell’indipendenza.

Verdi colline d’Africa

In Tanzania, la prima volta che sono stata in Africa, ho portato con me La mia Africa di Karen Blixen (non poteva non essere così) ma anche Verdi colline d’Africa di Hemingway. Romanzo questo perfetto visto che racconta del primo viaggio (e primo safari) di Hemingway in Africa orientale.

Quasi tutta la storia si volge nelle zone del Lago Manyara, tra Kenya e Tanzania, proprio la zona che ho visitato anche io (anche se io, a differenza di Hemingway, non mi sono fatta immortalare con fucile in spalle, compiaciuto, accanto a un leone ammazzato. A quei tempi safari si intendeva ancora la caccia grossa).

E voi? Quali libri portate con voi? Quali vi hanno fatto compagnia durante i viaggi più importanti della vostra vita?
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10 comments

  1. Immaginavo che fossimo in sintonia su questo! 🙂 Non so te, ma io appena entro in una libreria mi trovo sempre – non so come mai – nel libri di viaggio! Se potessi farei man bassa, altro che negozi di scarpe! 😀

  2. Conosco bene il problema! E' che poi alla fine mi ritrovo con chili di bagaglio in più, perchè non mi sono ancora arresa al kindle…
    P.S. Occhio a "VIaggio in India", di Hesse: è letale!

  3. Questo è un post fantastico, ci sono sempre letture in cui mi cullo (e trastullo) prima di visitare un posto, ultimamente anche le biografie di personaggi storici (Teresa d'Austria, e chiaramente Sissi, la Regina Vittoria per UK, anche qualche libro d'infanzia Il Giardino Segreto prima delle Yorkshire Dales)… E mi piace leggere libri di posti che non ho ancora visitato, quindi prendo nota di un po' di titoli suggeriti da te. Grazie mille 🙂

    • Ciao Cosimo! Questo libro non lo conoscevo.. grazie per lo spunto, me lo devo leggere prima o poi!

    • Ciao Massimiliano!
      Se vuoi qualche libro ambientato a Valencia potresti leggere Vicente Blasco Ibañez: ha scritto diverse opere ambientate a Valencia.

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