Il Lago Malawi è un lago speciale, che non ti aspetti. Il suo nome in lingua chichewa – la principale etnia del Malawi – è “Nyassa“, che significa semplicemente “lago”. Le sue rive di sabbia bianca e le sue acque cristalline sono un paradiso per gli amanti dello snorkeling.
Il suo è un ecosistema straordinario che gli ha valso il titolo di patrimonio dell’umanità dell’UNESCO: qui ci vivono delle specie di pesci uniche al mondo. Quando Livingstone ci arrivò, nel 1859, per via della sua superficie scintillante lo definì un “lago di stelle“.
Ci arriviamo un pomeriggio, sul tardi, dopo un viaggio di perlustrazione tra Zambia e Malawi che ci ha portato a esplorare ecosistemi sorprendenti e diversissimi l’uno dall’altro. Arriviamo con la stessa agognata attesa con cui si trepida per vedere il mare. In effetti la nostra sensazione è giusta: il lago Malawi è talmente esteso che sembra di essere arrivati sull’oceano.
Un sondaggio del 2011 di Yahoo Travel lo ha proclamato il lago più bello del mondo. Sarà vero? Andiamo a scoprirlo.
Il “Lago più bello del mondo” ospita circa mille specie di pesci, è lungo oltre 524 chilometri, largo 75 e, per grandezza, è il terzo del continente africano, dopo il Lago Vittoria e il Lago Tanganika. Decisamente una cosa diversa dai laghi a cui siamo abituati in Italia.
Noi alloggiamo al Safari Beach Lodge, un piccolo lodge molto curato ma spartano e semplice, in sintonia con l’ambiente. Siamo a Senga Bay, nella parte meridionale del lago, non lontano da quello che dal 1980 è diventato il Parco Nazionale del Lago Malawi, habitat naturale di ippopotami, coccodrilli e diverse varietà di uccelli.
L’ecosistema del lago Malawi è davvero straordinario: ospita infatti migliaia specie di pesci dai colori estremamente variopinti tra cui i Ciclidi, delle specie endemiche molto ricercate che spesso vanno a finire negli acquari di tutto il mondo.
Lungo tutta la costa del lago sono diversi i lodge (anche di lusso mi dicono); circa il 70% della costa è rappresentato da spiagge di sabbia bianca e molte strutture offrono la possibilità di fare immersioni e snorkeling (anche se le acque del lago sono invitanti io però non me la sono sentita: in tutto il lago c’è la possibilità di venire a contatto con il verme parassita che causa la schistosomiasi).
Meglio evitare lo snorkeling e restare con i piedi per terra. Non lontano dal nostro lodge c’è un villaggio di pescatori. La pesca, ovviamente, è qui la principale attività di sussistenza. Il nostro arrivo viene accolto con gioia, tutti – come sempre succede in Malawi – elargiscono grandi sorrisi.
Lungo la riva c’è chi ripara le reti da pesca, aiutato da qualche pescatore in erba, chi lava (e lava i figli), chi prepara le barche per l’uscita sul lago, chi vende qualche frutto o allestisce una bancarella improvvisata.
L’evento del pomeriggio siamo noi: presto arrivano bambini a frotte. Avviciniamo quello che sembra essere il capovillaggio e a lui affidiamo le matite, i quaderni e le penne che abbiamo portato dall’Italia. Gestire la distribuzione non è semplice: il capovillaggio li fa mettere in fila, uno dopo l’altro, e consegna loro i “doni”, ma c’è chi vuole farsi avanti preso dalla foga e dalla curiosità. Assistiamo alla consegna compiaciuti e ognuno assorto nei propri silenzi e nei propri pensieri: basta veramente poco per renderli felici.