Quello di Santiago di Compostela è il più famoso ma non è l’unico. Sto parlando dei cammini, i percorsi culturali/religiosi da percorrere a piedi percorrendo antichi tracciati.
Lo sapevate? Non serve andare fino in Spagna, ce ne sono anche in Italia, primo fra tutti la Via Francigena, l’antica via romana che collegava Canterbury a Roma.
Grazie a Movimento Lento, Gocce di Cammino e all’ATL di Biella ho avuto l’occasione di fare il mio primo cammino: quattro giorni – rigorosamente a piedi – da Santhià al santuario di Oropa, incrociando la via Francigena biellese, attraversando la Serra di Ivrea e incontrando diverse realtà del territorio biellese, territorio che non conoscevo ma che mi ha positivamente sorpresa.
I percorsi a piedi di più giorni sono una realtà quasi del tutto dimenticata, ma che vale la pena riscoprire. Abbandonare per qualche giorno i soliti ritmi quotidiani e soprattutto lasciare a casa la macchina per spostarsi solamente grazie alle proprie gambe… è una fatica, ma l’esperienza è di quelle da consigliare a chiunque. Il senso del tempo si dilata, si allunga, ci si sente parte attiva della natura, si nota il paesaggio cambiare di fronte ai propri occhi e anche se a piedi gli spostamenti sono limitati, ci si riappropria di una dimensione più umana, più vera.
La prima tappa del nostro Cammino di Oropa, da Santhià a Roppolo, attraversa la campagna tra la provincia di Vercelli e Biella e scivola via senza troppe difficoltà. La sera del giovedì i bambini di Roppolo ci timbrano le credenziali, la carta che attesta il nostro percorso di pellegrini. Conosciamo così l’associazione Semi di Serra, il cui scopo è “trasmettere ai nostri bambini la nostra idea di ricchezza, non contenuta in quanto economicamente e materialmente possediamo, ma racchiusa in ciò che facciamo con loro, nella qualità e nell’impegno che cerchiamo di mettere ogni giorno con in mente il loro futuro”.
Il giorno dopo si riparte da Roppolo con destinazione Sala Biellese, percorrendo in lungo la Serra di Ivrea, un rilievo morenico risalente all’era glaciale del tutto particolare, che alla vista appare come un lungo tavolato ricoperto di boschi verdissimi. Passiamo accanto al Lago di Viverone, al Lago di Bertignano, al paese di Zimone fino a Sala Biellese. Per chi passa di lì è obbligatoria una tappa al Rifugio degli Asinelli Onlus, un centro di recupero per asini abbandonati o recuperati unico nel suo genere. E io che adoro gli asinelli vado in brodo di giuggiole…
A Sala Biellese siamo ospitati presso l’Andirivieni, un centro di educazione ambientale di Legambiente davvero ben organizzato. Da lì proseguiamo verso il Santuario di Graglia (tappa del sabato) e infine il nostro capolinea, il santuario di Oropa. Dicono che il terzo giorno la fatica in genere comincia a farsi sentire. In effetti…
Arriviamo a Oropa la domenica, nel pomeriggio, dopo aver percorso – sottolineo, a piedi! – 79 km. Dopo quattro giorni di cammino il gruppo si affiata – quanto è vero che nella fatica ci si avvicina! – si condivide ogni singolo attimo della giornata, ci si sottopone ad un test fisico ma anche psicologico non indifferente. La soddisfazione al nostro ingresso al Santuario di Oropa è grande, molto più grande di ciò a cui siamo abituati normalmente quando raggiungiamo la nostra destinazione con i mezzi di trasporto consueti. Sudarsi (nel vero senso della parola) la meta finale ha un gusto completamente diverso… è tutta un’altra gioia. Emozione pura.