Stavo gironzolando per Hoi An, una delle località più famose di tutto il Vietnam, quando a un certo punto mi imbatto in un salottino da tè che cattura immediatamente la mia attenzione. Una pausa per il tè è proprio quello di cui ho bisogno in quel momento, dopo aver passato le ultime ore a zonzo tra le vie della vecchia città sotto un sole cocente.
L’ambiente è bellissimo: i tavolini e le sedie in legno che sanno di antico, i drappeggi e le tovaglie curate, il bancone su cui fanno bella mostra i contenitori del tè e del caffè, le vetrinette con le tazze di porcellana antica. Mi sembra di percepire qualcosa di insolito.
Mi siedo ad uno dei tavoli all’ingresso, appoggio la macchina fotografica sul piccolo tavolino di legno e già avverto rilassatezza. A differenza dei normali locali qui non c’è musica e tutto è pervaso da un dolcissimo silenzio. A poca distanza da me una coppia, più in là due signore di mezza età che bisbigliano tra loro: tutti in religioso silenzio.
Una cameriera dal sorriso luminoso mi fa un cenno e mi allunga la lista delle bevande; il mio occhio cade subito (ovviamente) sui tè. Ho appena cominciato a scorrere il menu quando trovo la spiegazione di quell’insolito silenzio. Il posto dove mi trovo, la Reaching Out Teahouse (indirizzo: 131 Tran Phu), è stato creata per trasmettere la vera Hoi An (il cui nome significa “incontro tranquillo”) riproponendo la degustazione tradizionale e autentica di tè e caffè. Il senso di tranquillità e pace è assicurato non solo dalla cura nell’arredamento e nei suppellettili, ma anche dalla particolare scelta del personale: tutto lo staff del Reaching Out è sordomuto.
Come si comunica con il personale? Il tutto avviene in modo molto semplice. Su ogni tavolino c’è carta e matita per annotare quello che si vuole ordinare; per ogni altra richiesta ci sono dei legnetti speciali: c’è quello per chiedere acqua o ghiaccio, quello per chiedere il conto o fare altre domande, quello per ringraziare e quello per ricordare agli altri ospiti della tea house di non parlare a voce alta ma sussurrare.
Arriva il mio tè – ho ordinato del tè verde speziato – che mi viene servito con incredibile grazia. La teiera e la tazza sono delle ceramiche squisite. La cameriera mi mostra come usare il filtro e riporlo nel porta-filtro ogni volta, ripetendo un preciso rituale. Accompagnano il mio tè dei dolcetti al cocco e tè verde che sono finissimi e squisiti. Sorseggio il mio tè soddisfatta (è buonissimo). Sulla parete accanto a me la scritta “enjoy the silence”: è proprio così che va degustato il tè, apprezzato con calma per generare altra calma, con un piccolo rituale quasi mistico; è proprio questo il motivo per cui mi piace tanto il tè.
Questo posto è sorprendente. Ospitato in una antica casa nel cuore di Hoi An, è a due passi dalla bolgia di ristoranti e negozi che occupa la città vecchia, eppure il trambusto e il vociare dei turisti resta fuori. Al Reaching Out si respira solo pace e serenità, nessun elemento di disturbo, solo il silenzio. Quanto è importante sapersi riappropriare di un attimo di silenzio? Non siamo abituati al silenzio, presi come siamo dalla foga del fare-dire-andare. Eppure ogni tanto bisogna fermarsi, rallentare il passo e chiudere la bocca. E ascoltare.
Il Reaching Out non è solo una tea-house, ma fa parte di un progetto più ampio: una impresa sociale equa e solidale. Reaching Out è anche una bottega artigiana che si avvale anch’essa di personale disabile per la realizzazione di oggetti di artigianato tradizionale vietnamita messi in vendita ai turisti. Il negozio si trova a un paio di minuti a piedi dalla tea-house (al numero 103 di via Nguyen Thai Hoc). In vendita oggetti in ceramica, tovaglie ricamate e vasellame nello stile imperiale di Huè.
Il creatore di Reaching Out, anch’esso un disabile, ha avuto l’idea di creare un’attività che desse lavoro ad altre persone con handicap con l’obbiettivo di portarle a integrarsi nella società. L’organizzazione fornisce la formazione necessaria per creare degli artigiani esperti in base alla loro abilità e al loro specifico interesse. Oltre a degustare tè e caffè di qualità in un rigenerante silenzio e ad acquistare souvenir fatti a mano, è possibile osservare da vicino il lavoro degli artigiani e partecipare a workshop dedicati o offrire training o sponsorship. I principi dell’equo e solidale garantiscono che il personale del Reaching Out ricevano salari adeguati e lavorino in condizioni di sicurezza.