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Meknes, la città verde del Marocco

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Se avete sempre pensato che il Marocco sia solo deserto, montagne e aride pianure, beh, sappiate che vi sbagliate di grosso. La zona intorno a Meknes ne è la prova lampante. Prima tappa del nostro piccolo tour del Marocco, Meknes è stata la prima (di una lunga serie) prova evidente che il Marocco è un alternarsi variegato e sorprendente di panorami e di contesti.

Una scoperta continua.

La città di Meknes, alle pendici delle montagne del Medio Atlante, è circondata da pianure fertili e colline verdeggianti punteggiate di oliveti, palme e frutteti. Non a caso è chiamata “la città verde”. Più piccola e tranquilla rispetto alle più famose Rabat, Fes e Marrakech, meno affollata di turisti e meno caotica, Meknes è un ottimo punto di partenza per la visita della zona centrale del Marocco e per la visita delle città imperiali.

Arrivati a Meknes di notte direttamente dall’aeroporto di Casablanca, attraversiamo al buio una grande piazza vuota di gente e spazzata dal vento per poi ritrovarla la mattina dopo completamente trasformata e splendidamente baciata dal sole: è Place el-Hedim, la grande piazza cuore della medina (la città vecchia). La visita della città non può che cominciare da qui. La bravissima Bushra ci fa da guida e Cicerone.

Purtroppo è venerdì, giorno festivo per l’Islam, quindi la medina è più tranquilla del solito e nel suk (il mercato) molte botteghe sono chiuse. Ne approfittiamo per ammirare con calma i suoi tipici mercati coperti, per osservare i pochi passanti ed entriamo a visitare la nostra prima medersa (scuola coranica) di Meknes, la Medersa Bou Inania. Raffinata ed elegante, presenta i classici elementi dello stile marocchino: le pareti a mosaico e le decorazioni con zellij, gli stucchi e i soffitti in legno di ulivo intarsiato.

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Un tempo i piccoli studenti (di età compresa tra gli 8 i 10 anni) vivevano nelle piccole (piccolissime!) celle a piano terra. Se salite all’ultimo piano potrete accedere alla terrazza sul tetto da cui si ammirano i tetti verdi della città di Meknes e il minareto della vicina Grande Mosquèe.

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A sud della piazza el-Hedim, tra caffè all’aperto, ristoranti e venditori, spicca Bab el-Mansour, una delle porte più grandi e meglio conservate di tutto il Marocco che conduce nella città imperiale fatta costruire da Moulay Ismail. Nel XVII secolo il sultano Moulay Ismail, uno dei personaggi più emblematici e potenti della storia del Marocco, scelse Meknes come sua capitale e fece di tutto per farla apparire imponente.

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A pochi passi si trova il Mausoleo di Moulay Ismail, a cui però i visitatori non musulmani non possono accedere, e un’altra grande piazza: la Place Lalla Aouda, la grande piazza d’armi di Meknes dove Ismail raccoglieva il suo corpo militare. I 12.000 cavalli dell’esercito venivano custoditi invece nell’Heri es-Souani, che serviva anche da granaio. É una struttura immensa, progettata in modo assolutamente ingegnoso e affascinante. Il sole splende in un cielo tersissimo e fa spiccare l’ocra delle colonne (un tempo interamente ricoperte da un soffitto).

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Salutiamo tristemente Bushra (che vorremmo portare con noi per tutta la durata del tour tanto è brava), e lasciamo la città per spostarci verso Moulay Idriss. A una trentina di chilometri da Meknes, è una pittoresca cittadina imbiancata a calce abbarbicata su un colle, meta di pellegrinaggi da tutto il Marocco. Qui si trova infatti la tomba di Moulay Idriss, pronipote del profeta Maometto e fondatore della prima dinastia reale del paese.

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Niente da fare, anche nel Mausoleo i non musulmani non possono entrare. Per consolarvi fate come noi: salite le scalinate a sinistra del Mausoleo e raggiungete la sommità del colle. La salita vi farà arrivare trafelati ma la bella vista sui tetti di Meknes e sulle pianure circostanti vale la fatica. In cima al colle si trova anche l’unico minareto cilindrico di tutto il Marocco.

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Vorremmo perderci tra le viuzze e gli abitanti di Moulay Idriss, molto incuriositi dalla nostra presenza, ma dobbiamo sbrigarci: è quasi il tramonto, momento perfetto per la visita delle antiche rovine romane di Volubilis. A una manciata di chilometri da Moulay Idriss, l’antica Oualili (Volubilis in latino) è il sito meglio conservato di tutto il Marocco.

Il sole si sta abbassando e l’atmosfera è magica: giriamo a zonzo lungo il Decumanus Maximus e le rovine, guide alla mano cerchiamo di riconoscere le case dei mosaici (“Questa è la Casa delle Ninfe al bagno, la Casa delle fatiche di Ercole o il Bagno di Diana?”). Curiosiamo tra i resti delle terme, l’Arco di Trionfo, il foro e la Basilica, i frantoi.

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Giusto il tempo di una foto tutti insieme che il sole va giù. In questo periodo in Marocco il sole tramonta presto e tra poco comincerà a fare freddo. È tempo di andare. Ci aspetta un altro spostamento, la tappa successiva del nostro viaggio in Marocco: la mitica Fes.

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