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Vladivostok, la Dominatrice d’Oriente

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Sarà per il suo nome altisonante e un po’ austero – che tradotto in italiano significa qualcosa tipo “Dominatrice dell’oriente” – , sarà per la posizione così estrema, ultima propaggine del continente russo, o per le descrizioni affascinanti di cui avevo sempre letto.

Per questo e molto altro ancora, quando mi sono decisa a organizzare la mia personale Transiberiana, sapevo già che non avrei deviato verso la Transmongolica o la Transmanciuriana, ma avrei seguito fedelmente il tracciato della mitica ferrovia fino in fondo, fino alla fine. Fino a Vladivostok, sull’Oceano Pacifico.

E non mi sbagliavo: il mio incontro con Vladivostok ha lasciato il segno.

clamore-transiberiana
Transiberiana completata!

Quando quella mattina mi sono alzata dalla mia cuccetta di seconda classe, ero sola, le mie compagne di carrozza – quattro ragazze russe giovanissime – erano già scese, lasciandomi sola a contemplare le gocce di pioggia che si addensavano sul finestrino del treno.

Fuori acqua, tanta acqua, con l’aggiunta di una strana distesa di acqua piatta. Un lago qui? Non mi sembrava proprio ci fosse un lago da queste parti. Quindi ho afferrato la mia Lonely Planet ormai consunta e stropicciata per verificare.

No, non c’erano laghi da quelle parti. Chi mi stava guardando dal finestrino era niente meno che l’Oceano Pacifico in persona. Subito mi è salita una emozione fortissima, a cui presto si è aggiunta un’altra constatazione: stavo arrivando a Vladivostok, ergo la mia Transiberiana stava per finire qui (che saranno mai 9.289 km in treno?).

Prima di arrivare alla sua destinazione finale, la linea della Transiberiana percorre placida un lungo tratto di costa, per poi fare il suo ingresso direttamente nel cuore della città e in pompa magna: la stazione ferroviaria di Vladivostok è un vero e proprio inno alla ferrovia ed è molto di più di una comune stazione.

La stazione dei treni è essa stessa Vladivostok e Vladivostok è essa stessa la stazione. Passerelle e ponti la attraversano e la circondano, con dei passaggi quasi obbligati, a sottolineare che a Vladivostok tutta passa da lì, tutto ruota intorno al treno e alla sua storia.

Vladivostok e la Transiberiana

stazione ferroviaria di vladivostok

La linea Transiberiana congiunge Mosca con Vladivostok e questo è noto. Non tutti però sanno che questa mitica linea – la più lunga al mondo – venne costruita partendo da Vladivostok. L’inizio ufficiale dei lavori avvenne il 31 maggio 1891, alla presenza di Nicola, il futuro zar Nicola II, fervido sostenitore di questa impresa titanica.

Lo scopo della creazione di una linea ferroviaria che attraversasse tutta la Russia era quello di risollevare le sorti della regione siberiana, così lontana e fuori controllo dai centri di potere. Si doveva cercare di superare il problema dei trasporti, impossibilitato soprattutto dall’attraversamento di molti fiumi e acquitrini.

Costruita alla incredibile velocità di 740 km l’anno, con l’impiego di novantamila uomini, molti dei quali costretti ai lavori forzati, si giunse al compimento della costruzione il 3 novembre 1901, quando gli operai russi incontrarono i costruttori della ferrovia cinese-orientale.

stazione transiberiana a Vladivostok

Il completamento totale avvenne nel 1916 quando fu messo in funzione il ponte sull’Amur vicino a Habarovsk e completato il tratto lungo il mitico Lago Baikal (prima di allora i treni venivano caricati su speciali traghetti).

L’avvento della Transiberiana e il congiungimento con il resto del paese, e soprattutto con San Pietroburgo, l’allora capitale, fu per Vladivostok un cambiamento travolgente. La città era stata fondata solo pochi decenni prima, nel 1859, per sfruttare da subito la sua posizione strategica; il porto solo nel 1871.

Con l’arrivo della Transiberiana fu il boom: economico e demografico. Nel giro di pochi anni Vladivostok divenne il più importante porto di tutto il territorio russo, oltre che zona ad alta sensibilità politica data la sua vicinanza al confine cinese e coreano.

Vladivostok oggi: cosa vedere

Vladivostok vista dall'alto
Vladivostok vista dall’alto

Oggi Vladivostok è un curioso mix di influenze e atmosfere. Qui l’Europa è un concetto lontano: la città, sfacciatamente asiatica, non è già più Russia, ma non ancora Giappone e non ancora Corea.

La baia di Zolotoj Rog, lo spettacolare ponte che la attraversa e le irte strade in salita ricordano San Francisco, ma anche Istanbul; sarà un caso, ma il suo nome significa “Baia del corno d’oro” e si trova sulla riva settentrionale di quello che viene chiamato “Bosforo orientale”.

Insomma, quasi una terra di nessuno, un estremo lembo di terra fuori da tutto, un melting pot di paesi dove tutto è il contrario di tutto. I sommergibili e le torpediniere in bella vista si mescolano ai ricordi sovietici e raccontano di un passato, non molto lontano, fatto di fasti e valori spiccatamente militari. Il risultato? Insolito e affascinante.

Il mio arrivo in città è stato esaltante, ma la visita non esattamente una passeggiata. Esplorare Vladivostok ad agosto può essere faticoso. Il clima è continentale, con estati molto umide e piovose e inverni rigidi. Appena arrivata ho dovuto fronteggiare una umidità altissima, con una fitta coltre di nebbia che avvolgeva il ponte di Zolotoj Rog e le colline. Acqua e sali minerali alla mano mi sono dedicata alla tranquilla esplorazione della città per un paio di giorni, in attesa di prendere il mio autobus per andare in Cina.

Dalla stazione basta proseguire in direzione del ponte per ritrovarsi sul molo, tra navi e torpediniere in bella vista (una è anche visitabile). Qui merita una visita (insolita) il Sottomarino S-56, che al suo interno custodisce fotografie d’epoca, distintivi, ma anche un deposito di siluri, un altarino a Stalin e un periscopio da cui sbirciare all’esterno. Le didascalie sono ahimè solo in russo (cosa comune in Russia del resto).

Chi ama l’arte può fare un salto alla Galleria d’arte Primorsky, lungo la centralissima Ul Aleutskaya, o al Museo Regionale Arsenev, poco più avanti, e proseguire verso Pl Bortsov Revolutsii, una grandiosa pizza con il suo monumento ai combattenti.

Intanto che siete in zona vi consiglio un tè (o meglio un чай), da Kafema, una sala da tè super accogliente con dei tè molto buoni da tutto il mondo. Da lì si può proseguire verso nord verso Ul Svetlanskaya da cui sir aggiunge la piazza con la statua all’Ammiraglio Makarov e una piacevole zona pedonale affacciata sul golfo dell’Amur, tra moli, spiagge, locali all’aperto, parchi giochi e bancarelle.

La zona di Vladivostok che consiglio assolutamente di non perdere è però la zona collinare, raggiungibile da una comoda funicolare (e in questo ricorda Bergamo, la mia città). In pochi minuti si raggiunge la sommità di un colle alto 100 metri da cui si gode di una vista splendida sulla baia e sulla città. Su questo fantastico belvedere (una sosta prolungata qui ci sta tutta) fa capolino anche la statua dei Santi Cirillo e Metodio (gli inventori dell’alfabeto cirillico). Per raggiungere la stazione della funicolare basta raggiungere il ponte del Corno d’Oro e da qui salire sulla sinistra: in tutto bastano 15 minuti dal centro città.

Dove mangiare e dove dormire

A Vladivostok i posti dove mangiare abbondano. Oltre a una corroborante pausa tè/caffè o una merenda da Kafema, consiglio anche un posto tipicamente russo perfetto per un pranzo o una cena: una stolovaya, cioè una mensa (non storcete il naso, è economica, c’è molta scelta e si può mangiare molto bene). La mia stolovaya preferita a Vladivostok (perché ne ho trovata una del cuore in ogni città) è a o pochi passi dalla stazione, lungo la Ul Aleutskaya, il viale principale, sulla sinistra subito dopo la piazza della stazione.

Di solito non consiglio ristoranti italiani (diciamo che di solito all’estero non ci vado mai), ma dopo quasi un mese di Russia mi sono concessa una pizza da Mauro Gianvanni, in ul. Aleutskaya: raccomandatissimo, la pizza è ottima!

Per dormire io ho scelto il Teplo Hotel, che è ostello e anche hotel. La posizione è comodissima perché è alle spalle della stazione, a meno di dieci minuti a piedi; le camerate sono confortevoli e gli spazi comuni accoglienti.

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6 comments

  1. Se mai dovessi prendere la Transiberiana vorrei proprio percorrerla fino a Vladivostock, una città nei miei quaderni di viaggi immaginari fin da quando ero una giovanissima alle prese con i primi interrail… Mi piacciono i lembi di terra all’estremo di tutto…. Bellissime foto, in particolare quella del bacio rubato 🙂

    • Ma grazie Roberta! Vladivostok è davvero una città pazzesca, unica e speciale. E come dici tu, affascinantissima proprio perché è un lembo di terra all’estremo di tutto. La foto del bacio rubato è la mia preferita! 😉

  2. Grande Claudia quando racconti ci metti l’anima.
    Un viaggio davvero suggestivo e di grande esperienza culturale.

    Ps: “Dalla stazione passa proseguire in direzione” qui la battitura automatica ha toppato.

    Brava davvero e grazie per questa tua condivisione sublime.
    Massimo

  3. Ciao Claudia, sono Roberta, una viaggiatrice fai da te da 30 anni e leggendo le tue meravigliose avventure mi viene voglia di partire subito. Anche noi molti anni fa abbiamo cambiato vita e lasciato il lavoro molte per poter vivere i nostri viaggi al massimo; credo però che dopo tante meravigliose avventure con la mia metà, quest’anno dovrò decidermi a fare il mio viaggio in solitaria. Devo però trovare il coraggio per affrontare tutto questo. Vorrei anch’io percorrere la transiberiana e poi fare la via della seta attraversando Kazakistan, Uzbekistan, Kirgizistan ecc e mi piacerebbe molto scambiare qualche mail con una persona come te che è già stata in quelle zone del mondo. Io non ho facebook . Concludo augurandoti una Vita piena di esperienze entusiasmanti, che ti permetteranno di trasformare la tua esistenza in un capolavoro. Spero tu possa contattarmi, ne sarei felice. Buon viaggio….

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