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Perché abbandonare il posto fisso

perché abbandonare il lavoro fisso
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Tra le storie che si sentono raccontare più spesso, negli ultimi anni, ci sono sempre più prepotentemente quelle di chi un bel giorno dice “basta” al proprio lavoro – un lavoro che non piace o che in fondo non è mai piaciuto, ma che a un certo punto diventa troppo stretto – per costruirsi una nuova vita.

Le storie di chi abbandona il lavoro fisso per dedicarsi ad altro (magari prima regalandosi una parentesi di viaggio), non si contano davvero più. Da qui il sospetto: ma è diventato una moda? Lo si fa perché lo fanno tutti?

La domanda che ci si deve porre, secondo me, è invece un’altra: ma il posto fisso esiste ancora? Vale la pena fare il grande balzo nel vuoto, provare a cambiare senza sapere cosa ci aspetta? Perché?

Io storco il naso quando sento le persone definire questo fenomeno come una semplice moda. Un po’ perché l’ho fatto anche io, un po’ perché credo che chi decide di abbandonare il caro vecchio lavoro fisso, almeno spero, lo faccia con responsabilità e cognizione di causa: non stiamo parlando di comprare un nuovo paio di scarpe o di seguire il trend in fatto di auto o arredamento, stiamo parlando di cambiare vita, il che ha un significato decisamente più importante. Parlare di moda è qualcosa di fuori luogo.

Non penso ci sia nulla di male nell’imbattersi nei resoconti di vita di chi ha cambiato lavoro e ritrovarsi a sognare di fare lo stesso. Anzi, è un bene leggere le storie di chi ce l’ha fatta, perché queste storie possono diventare un pungolo, uno stimolo forte a provare a cambiare, a dare un taglio a una situazione che non ci va più bene. Magari facendo lo stesso? Perché no?

L’esempio di chi ha mollato un lavoro a tempo indeterminato ed è riuscito a reinventarsi facendo altro è un grande aiuto perché ci dà forza e speranza (se lo hanno fatto loro perché non potrei farlo anche io?).

Ovviamente quella di abbandonare il proprio lavoro per mettersi a fare altro deve essere il frutto di una scelta ragionata, convinta e responsabile (se ho 4 figli e 2 mutui da pagare magari è meglio pensarci molto bene prima di fare sgarri), che passa sempre attraverso una fase preliminare fondamentale: inventarsi un piano B.

Ma mettendo i pro e i contro sui piatti di una bilancia, perché una persona dovrebbe abbandonare il posto fisso?

Perché il cambiamento è vita

La vita è fatta di cambiamenti, alcuni positivi, altri purtroppo tutt’altro, che ci cascano addosso senza che possiamo fare nulla per evitarli. Allenandoci a cambiare le cose nel nostro piccolo (basta iniziare da piccole abitudini quotidiane: provare una strada diversa per andare al lavoro, indossare un capo di abbigliamento a cui non siamo abituati, dedicarsi a un nuovo hobby) è una cosa che fa molto bene ai nostri stimoli e alla nostra elasticità mentale. Se impariamo a dettare noi stessi i cambiamenti, saremo più preparati anche quando ci troveremo ad affrontare cambiamenti e ostacoli non voluti da noi.

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Perché ci si deve volere bene

La vita è una sola (a meno che siate gatti, che dicono abbiano 7 vite): volete davvero sprecarla in una situazione lavorativa che vi fa stare male? Non è giusto che il lavoro che facciamo diventi deleterio per la nostra salute fisica e mentale: lavorare è importante, ci fa crescere e sentire realizzati, ci fa sentire utili e parte della società, etc. etc. ma se la situazione diventa davvero insopportabile, bisogna darci un taglio e trovare altro. La nostra felicità, la nostra realizzazione, il nostro benessere sono la cosa più importante e non ci può essere nessun capo o colleghi stronzi che ce lo possono impedire.

Perché la crisi è positiva

Il termine “crisi” deriva dal verbo greco krino che significa “separare” ma anche “scegliere”, “interpretare” e “risolvere”, tutti concetti di significato positivo. La crisi economica attuale, anche se stagnante e che si protrae da anni, non deve essere un freno alla nostra voglia di cambiare. Anzi, proprio la crisi può venire in nostro soccorso, dandoci “il là” a quel cambiamento che continuiamo a rimandare, cioè spronandoci a fare qualcosa per cambiare la nostra situazione lavorativa perché costretti. In una situazione di difficoltà, in quanto pressati e disperati, si riesce spesso con maggiore facilità a spremersi le meningi per inventarsi qualcosa di nuovo per sbarcare il lunario.

Perché la libertà è un valore troppo importante

Incastrati per anni in un lavoro che ci logora l’anima e ci sfianca ogni giorno di più, sottostando a regole e decisioni su cui non possiamo intervenire, chiusi in quattro pareti troppo strette, a lungo andare sfianca e fa soffrire chi anela alla libertà (e che si è sempre sentito un uccel di bosco come me). Vale sempre la pena rischiare e fare il balzo – mollo tutto e cambio vita! – se sentiamo che abbiamo forte il bisogno di libertà e la voglia di prendere in mano noi le redini della nostra vita. Almeno provarci.

Perché si deve sconfiggere la paura

Coraggio e paura spesso vengono interpretati in antitesi, ma in sostanza, sono due facce della stessa medaglia: il coraggio è il superamento delle proprie paure. La bella notizia è che tutti abbiamo delle paure e che il mondo non si divide in coraggiosi e pavidi: tutti possiamo aumentare la nostra personale dose di coraggio. Le proprie paure vanno combattute tutti i giorni, anche a piccole dosi, ma vanno combattute. Se si supera la paura, si può finire per scoprire che il traguardo finale era molto più semplice di quello che sembrava.

Perché il lavoro fisso non c’è più

Il lavoro fisso così come lo intendevano i nostri genitori non esiste più. La realtà in cui viviamo è diventata molto labile e incerta e i paradigmi che valevano un tempo sembrano non essere più validi o addirittura andati persi per sempre. Il mito del lavoro fisso, a tempo indeterminato, tutta la vita nella stessa azienda, con le sicurezze che ne derivano, ormai è crollato. E forse è un bene. Essere elastici, pronti ai cambiamenti, ricettivi e capaci di reinventarsi è un’importante lezione di vita che serve non solo nel lavoro ma in ogni aspetto della nostra vita. Che ci fa anche un grande regalo: ci insegna ad apprezzare meglio il presente (per il futuro siamo sempre in tempo).

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12 comments

  1. Ciao Claudia,
    anche io (come tanti ormai) ho abbandonato il posto fisso per diversi motivi:
    – retribuito poco e a fine mese arrivavo a stento – questo è un fattore importante per chi poi decidono di abbandonarlo – cercando di far quadrare i conti…ma nemmeno Einstein ci sarebbe riuscito
    – lontano da casa…stare fuori tutta la settimana per poi stare circa 48 ore a casa senza riuscirsi a rilassare

    Io l’ho lasciato senza avere nulla di concreto tra le mani, ma mi è andata bene, almeno fino all’anno scorso. Ho intrapreso la libera professione, ma in Italia…ti dissanguano e il risultato….guadagnavo poco più di quello che prendevo con il posto fisso con l’aggiunta dell’incertezza

    Ora…la crisi si è fatta ancora più forte…e anche la libera professione sta per morire (per me)!

    Se potessi tornare indietro?
    – Avrei comunque lasciato il posto fisso
    – NON avrei intrapreso la libera professione…o almeno NON in Italia!

    Il morale in tutto questo? Non mi preoccupo più di tanto…la mia strada la troverò lo stesso!

    Un saluto,
    Melina

    • Ciao Melina!
      Siamo sulla stessa lunghezza d’onda allora.. Come dici tu, meglio non preoccuparsi più di tanto, vivere alla giornata è crederci, crederci davvero. La nostra strada (quella giusta) prima o poi salta fuori. In bocca al lupo per tutto!

  2. non hai idea di come sono d’accordo con te!! Nella vita bisogna essere coraggiosi e provare, tentare, cambiare, non ci si può accontentare e poi avere rimpianti..

    • Ma grazie Sofia, non sai come fa piacere a me che ci sia qualcuno che mi capisca! 😀
      Spesso e volentieri, quando scrivo post di questo tipo – che ovviamente vogliono essere anche un po’ provocatori, per innescare un po’ di dibattito e un confronto sincero – mi si rivoltano tutti contro (l’ultima volta mi si sono rivoltate contro pure le sindacaliste..).
      Semplicemente, come dici tu, nella vita si deve avere il coraggio di cambiare le cose che non ci vanno bene o almeno fare lo sforzo di provarci.

  3. In queste parole mi ci ritrovo incredibilmente, ma soprattutto nella frase… IL CAMBIAMENTO È VITA. Non potrei essere più d’accordo. Grazie per queste parole!

    • Grazie Erika, mi fa piacere che tu condivida questo mio pensiero!
      Il cambiamento è davvero una parte fondamentale della vita e saperlo gestire è fondamentale, da ogni punto di vista. Buona vita!

  4. Anche io ho fatto il tremendo errore di abbandonare il posto fisso col risultato che a 35 anni mi ritrovo single senza più speranza, senza amici e a fare il mantenuto a tempo pieno.

    • Perché dici “anche”? Io non lo vedo affatto come un tremendo errore, anzi, mi pento solo di non averlo fatto prima. Mi dispiace questo tono pessimista! Forza e coraggio, trova un modo per cambiare le cose, se necessario anche mettendoti a fare qualcosa di nuovo.
      Ps: cosa c’entra il fatto di essere single con il fatto di avere abbandonato il posto fisso? La tua ragazza ti ha lasciato per quello? Spero di no!

      • Sono stato un po criptico lo ammetto… quindi spiego un po meglio in qualche punto
        1) è finito il periodo in cui mettersi in proprio significa guadagnare, magari di più, ma ad oggi è una scelta obbligata
        2) è finito il periodo delle vacche grasse e questo lo sappiamo tutti, ma purtroppo è finito anche il periodo in cui le aziende INVESTONO nei collaboratori, sfruttandoli a ZERO spese e quindi a ZERO profitti per chi lavora e attendendo solamente che il povero malcapitato si stanchi e molli la presa
        3) il discorso del single nel senso che oggi più che mai non ti si fila nessuna/o se sei il classico sfigato che è sempre lì ad iniziare, provare, cambiare ecc. le persone per le relazioni cercano stabilità oggi .. non siamo più negli anni 80/90

        • Allora:

          1) metterei in proprio io penso sia da intendersi come una consacrazione della propria libertà, quindi una cosa da fare nel nome della passione e non nel nome del “guadagnare”;
          2) le collaborazioni si trovano, basta saperle cercare e avere qualche contatto giusto;
          3) uno che cambia vita per fare altro o mettersi in proprio uno sfigato? Se mai il contrario!

  5. Semplicemente non avete voglia di lavorare , lasciare un lavoro a tempo indeterminato in questo momento è veramente rischioso e offensivo riguardo alle persone che pagherebbero oro per averlo . Lo so il lavoro logora e fa ammalare alle volte ma il mondo è questo… sopravvivere e tirare avanti senza farsi troppe illusioni.

    • Quanta amarezza e quanto astio nelle tue parole! Nella vita io ho capito che è meglio provare a cambiarla piuttosto che accettarla passivamente… il lavoro dipendente a tempo indeterminato non è l’unica soluzione (anche se a molti sembra sia l’unica opzione possibile). Con questo non dico che tutti debbano fare le mie stesse scelte, anzi.. ma se si vuole provare a cambiare lo si deve fare assolutamente! Sopravvivere e non farsi illusioni MAI!

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