Cerca

Dedicato alle persone che ho conosciuto in viaggio

0 Flares Filament.io 0 Flares ×

Ho sempre pensato che i viaggi li facessero i posti, le mete che uno si sceglie con il cuore, sentendosi già a distanza di mesi e a distanza di 10.000 km le giuste vibrazioni. E ho scoperto che in effetti è così e quando un luogo ti comincia a parlare con mesi di anticipo vuol dire che hai scelto bene. È il posto che fa per te.

Ma è un’altra la cosa importante che ho scoperto: nei viaggi la differenza la fanno le persone.

Sono le persone che incontri in viaggio, i viaggiatori che condividono con te lo stesso percorso e con cui fai un pezzo di cammino, gli abitanti locali che ti illuminano con le loro storie e le loro domande. Sono le persone la grande scoperta del mio viaggio on the road da sola in terra d’Asia.

Lo ammetto, c’è stato un periodo della mia vita in cui tendevo a preferire la mia stessa compagnia o al massimo quella di pochi intimi, lasciando in secondo piano tutto il mondo. Poi, un po’ alla volta, mi sono aperta al mondo ed è stato solo viaggiando e trovandomi a tu per tu con la gente di tutto il mondo che ho capito che non potevo farne a meno. Sono le persone il sale della vita, il sale del viaggio.. che è un po’ la stessa cosa.

Invece ora è emersa la mia vera natura: non posso stare troppo tempo lontana dalle persone, soprattutto dalle persone nuove. Conoscere nuove persone, scambiare due parole con gli “sconosciuti” (che brutta parola!), sentirsi sempre curiosi e aperti, confrontarsi con loro e le loro opinioni, i loro piani di viaggio, le loro idee sulla vita… questa è una cosa di cui ormai non posso fare a meno.

Sono state la persone che ho incrociato ad una bancarella, con cui ho scambiato qualche parola in bus, con cui ho fatto un pezzo di viaggio, con cui ho chiacchierato al ristorante, scambiato battute su una panchina o su una barca lungo il Mekong. Sono state le persone che si sono fermate a chiedermi se avevo bisogno di aiuto, che mi hanno indicato la strada (anche se sbagliata), che hanno cercato di darmi informazioni (anche se non sapevano parlare inglese), che mi hanno ricoperta di domande (di dove sei? perché viaggi? perché viaggi sola? dove è tuo marito? dove stai andando? cosa stai cercando?). Sono state loro a regalarmi le emozioni più grandi in viaggio.

Sono state le vecchine che ad Hanoi mi hanno fatta sedere con loro a quello che solo dopo ho scoperto essere un banchetto di un funerale, che hanno condiviso il loro pranzo con me, che mi hanno riempita di sorrisi e gesti gentili (anche se non spiaccicavano una parola di inglese). È stato il vecchino laotiano che si è messo a rispolverare le poche parole di inglese che conosceva per parlare con me alla fermata dell’autobus.  È stato il proprietario della mia guesthouse che mi ha presentato alla sua famiglia e prima di andare, da bravo thailandese, mi ha regalato un amuleto (“Good luck, good luck!).

2

Sono state le persone con cui ho seduto fianco a fianco sugli autobus, che mi hanno raccontato il loro pezzo di vita, sono stati i neonati che mi guardavano atterriti dal grembo delle loro madri, con gli occhi sbarrati, i bambini che mi hanno chiesto di giocare con loro, i monaci che mi hanno omaggiato la loro benedizione, i barcaioli che mi hanno caricato lo zaino e mi hanno aiutato con la bici, la gente dei villaggi, quell’anguria comprata per spartirla con loro, quasi a creare un momento di festa. Le anziane che mi ha guardavano perplesse con gli occhi vitrei per poi regalarmi un sorriso sdentato, le persone timide e riservate a cui posso essere sembrata un’aliena o una disturbatrice a casa loro (ma spero non lo abbiano mai pensato).

I furbetti e tutti quelli che hanno cercato di fregarmi (e che a volte ci sono anche riusciti), quelli che mi hanno dato apposta informazioni sbagliate o che hanno cercato di farmi cambiare idea (Andare là? Impossibile!). Quelli con cui ho cercato di contrattare senza riuscirci, quelli che mi hanno fatto pagare un dollaro un dragon-fruit (forse intuendo che io a un dragon-fruit non so dire di no) e quelli che si sono intascati il pizzo sul visto.

Senza di loro il mio viaggio sarebbe stato diverso e forse non sarebbe stato così bello. È a tutti loro che voglio dire grazie. È grazie a loro che ho scoperto che sono le persone la parte più bella del viaggio. È merito loro se dopo questo mio viaggio mi sento una persona migliore.

Print Friendly, PDF & Email

2 comments

    • Ciao Giovy, grazie! Questo post l’ho scritto proprio con il cuore e riassume una delle cose più importanti che i viaggi mi hanno regalato e insegnato: quanto il genere umano sia speciale. Il tuo articolo è sul tuo blog? Mi piacerebbe leggerlo!

Vuoi lasciare un commento?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.