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Sopravvivere agli sleeping bus del Sud-Est Asiatico

sleeping-bus
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Il primo della mia vita me lo ricordo benissimo: era giallo polenta e kitsch, con tanto di Winnie The Pooh aerografato sui lati e lucine al neon. Un pugno in un occhio insomma. Però sembrava moderno e in ordine e in un certo qual modo mi ispirava simpatia.

Io ero eccitatissima; fino a quel momento avevo viaggiato con bus, treni e sgangherati mezzi locali; dopo due mesi in viaggio nel Sud-Est Asiatico era arrivato il momento di fare questa nuova esperienza. In testa avevo mille domande e anche qualche ansia (come sarà all’interno? sarà comodo?riuscirò a dormire? la mia scorta di Travelgum sarà sufficiente? perché c’è scritto “good luck” in fondo al biglietto??). L’avrei scoperto di lì a poco.

Erano le otto di sera. Io e i miei zaini ci trovavamo alla stazione settentrionale degli autobus di Vientiane, in Laos, in attesa di salire per la prima volta su uno dei famigerati sleeping bus che in dieci ore mi avrebbe portato a Phongsavan.

Ero quasi sicura che non avrei dormito per niente e che sarei stata male, ma lo sleeping bus era l’unico modo per proseguire nel mio itinerario e non avevo scelta. A noi dunque!

Cos’è uno sleeping bus?

Gli sleeping bus sono un modo molto utilizzato dai viaggiatori indipendenti per spostarsi nel Sud-est Asiatico, sia all’interno dello stesso paese sia per muoversi da un paese all’altro. Sono pullman di linea attrezzati con speciali sedili allungati e reclinabili pensati appositamente per i viaggi notturni.

In genere i sedili sono disposti su tre file, una centrale e due accanto ai finestrini, su due livelli, come se fossero dei letti a castello. Ogni posto è numerato e ha in dotazione una coperta, un cuscino e se siete fortunati anche un piccolo spazio per mettere le vostre cose, in alcuni casi pure una tendina per intabarrarvi nella vostra cuccetta in tutta privacy.

Esistono diverse tipologie di sleeping bus, che possono cambiare molto da paese a paese o in base alla categoria (i più “chic” hanno anche il wc a bordo). Ammetto che a un certo punto li prendevo anche per il divertimento di provarne di nuovi e constatare le differenze.

In Cambogia ho trovato sleeping-bus con lettini a due piazze, quindi matrimoniali (se viaggiate soli vi troverete a doverlo condividere con qualcun’altro a meno che siate così pazzi da acquistare due posti per avere il letto tutto per voi), in Vietnam ne ho trovati diversi con il sedile reclinabile a piacere mentre in Laos erano fissi e molto più basici.

La procedura è semplice: si acquista un biglietto presso un ufficio di viaggio o direttamente nel vostro hotel/ostello; nel prezzo del biglietto è incluso il viaggio in bus e il pick-up dal vostro hotel. Armati di pazienza (l’orario del pickup non è mai quello che vi è stato promesso), aspettate che lo sleeping bus venga a prelevarvi in hotel. Una volta arrivato si mette lo zaino nel portabagagli e si sale; al momento di salire a bordo è obbligatorio togliersi le scarpe e metterle in una borsa di plastica che vi viene consegnata dall’autista. Se siete fortunati vi viene data anche una bottiglietta d’acqua e salviettine umidificate (che durante il lungo viaggio vi faranno comodo).

L'interno di uno sleeping bus laotiano
L’interno di uno sleeping bus laotiano
Interno sleeping bus
La domanda è: dormirò?

Tolte le scarpe, sistemate le vostre cose, posizionati cuscino e coperta si parte. Le soste sono frequenti: oltre alla sosta per la cena durante la notte la notte il bus si ferma più volte per la sosta wc. Il numero di soste è direttamente proporzionale al fatto che il vostro autista debba fumare o sgranocchiare qualcosa (altamente probabile).
Per dormire? C’è chi si spara la musica nelle orecchie, chi mangia, chi legge, chi si mette la mascherina per gli occhi e cerca subito di dormire nella speranza di arrivare a destinazione il più riposato possibile… Per mie esperienza personale è meglio aspettare che “cali la palpebra” e comportarsi come se ci si trovasse in un letto normale (suvvia, un po’ di fantasia!).

Ma la vera domanda è: gli sleeping bus sono comodi? I sedili non sono scomodi, anzi, ne ho trovati alcuni molto morbidi e spaziosi, se non fosse per la lunghezza delle gambe: i sedili sono stati purtroppo pensati per gli standard di altezza asiatici, quindi se siete alti 1,90 potreste trovarvi a dormire con le ginocchia in bocca (ma anche io che sono 1,70 a volte ho fatto fatica ad allungare le gambe). Tutto sommato gli sleeping bus non sono per niente scomodi.

Quindi vale la pena scegliere uno sleeping bus anziché un bus normale?

Perché prendere uno sleeping bus: i pro

  • si risparmia tempo: gli sleeping bus sono la soluzione migliore se dovete percorrere lunghe distanze e non volete sprecare una giornata intera stando in pullman (giornata che potreste invece impiegare facendo altro);
  • sono più comodi: dopo qualche ora su un normale “sitting bus” – che potrebbe non avere nemmeno i sedili reclinabili – non ne potrete più di stare seduti e arriverete a destinazione a pezzi; gli sleeping bus sono decisamente più comodi;
  • si incontrano altri viaggiatori: gli sleeping bus sono utilizzati prevalentemente da viaggiatori zaino in spalla, quindi possono essere una buona occasione per fare nuove amicizie, scambiarsi informazioni e confrontarsi, fare pezzi di viaggio insieme ad altre persone;
  • spesso portano direttamente nel centro città: i normali bus locali vi lasceranno alla stazione locale, che spesso da queste parti può essere anche vari km fuori città; gli sleeping bus in genere vi lasceranno in centro città;

Obiezione: i sitting bus sono più convenienti. Vero, gli sleeping bus costano di più ma dovete tenere conto che viaggiando con uno sleeping bus notturno risparmierete sull’alloggio per una notte; se sommate la spesa del biglietto per un bus normale e quella dell’alloggio, la spesa supererà di certo il prezzo del biglietto di uno sleeping bus.

Interno sleeping bus

… e i contro:

  • dormire può rivelarsi un’impresa: è soggettivo; c’è chi su uno sleeping bus riesce a dormire senza problemi e chi non riesce a chiudere occhio. Ogni viaggio inoltre può essere diverso: il bus può essere più o meno comodo, le strade più o meno dritte e voi più o meno stanchi. Va a fortuna;
  • potrebbe servirvi il Travelgum: io non ne ho mai avuto bisogno, ma ho visto qualcuno stare male. Nel dubbio portatevi una pasticca contro il mal d’auto da masticare nel momento in cui vedete che le cose con il vostro stomaco si mettono male;
  • non si interagisce con gli abitanti locali: gli sleeping bus sono utilizzati dai turisti indipendenti e non dalla gente del posto, che utilizza invece i normali sitting bus locali quindi gli incontri con i locali sono molto limitati.

In definitiva…

Nel mio viaggio a zonzo nel Sud-Est Asiatico avendo molto tempo a disposizione ho sempre cercato di fare viaggi brevi e soste intermedie, utilizzando gli stessi mezzi di trasporto usati dalla gente del posto e non i mezzi per turisti. I miei viaggi con gli sgangherati sawngthew, i taxi collettivi, o i lentissimi bus locali, e gli incontri con le persone locali che viaggiavano con me sono tra i ricordi più belli di tutto il mio viaggio in Asia. Ma dovendo fare lunghi tratti senza possibilità di fare tappe intermedie ho sempre scelto anche io gli sleeping bus: comodi, pratici, convenienti e a loro modo divertenti.

Il mio consiglio? Provare entrambi – sia sleeping bus sia bus locali – e non perdere mai la possibilità di fare nuove esperienze, anche con i mezzi di trasporto. In fondo il bello del viaggio è proprio questo

Voi avete mai preso uno sleeping bus? Come è andata? Raccontatemelo!

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5 comments

  1. In spagna esiste un servizio simile con prese usb, schermi lcd e poltrone reclinabili. Si possono trovare di giorno o di notte sulle lunghe tratte.

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