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In nave tra Asia e Africa sulla scia di Vasco de Gama

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Se si pensa a un viaggio in Africa immediatamente viene in mente l’aereo. Lunghi voli transcontinentali che portano al di là dell’Equatore, perdendo inesorabilmente l’ebbrezza di gustare il paesaggio che cambia davanti ai nostri occhi.

L’aereo la fa da padrone e non viene mai in mente che esistano anche delle alternative. La nave ad esempio.

L’Africa e le navi hanno un passato comune che le ha portate spesso a diventare un binomio indissolubile, un incontrarsi di storie, scontri e sforzi umani per cercare di domare e accerchiare quel colosso: il continente africano.

Già all’inizio del XV secolo i portoghesi avevano portato a termine l’impresa che a quei tempi sembrava impossibile: circumnavigare il continente africano. La rotta che si andava cercando era quella verso l’India, l’agognata Via delle Spezie. Il raggiungimento di questo obbiettivo avrebbe significato non dover più dipendere dai mercanti arabi, turchi e persiani e portare a casa un prezzo più ragionevole per le spezie.

Nel 1488 Bartolomeo Diaz riuscì a raggiungere il Capo di Buona Speranza e nello stesso anno Pero da Covilhã raggiunse via terra Calicut, nel Kerala, intercettando possibili fonti di approvvigionamento di spezie. Non rimaneva che unire i due segmenti del viaggio.

Chi ci riuscì nell’impresa fu Dom Vasco da Gama, più conosciuto (anche se erroneamente) come Vasco de Gama, nel corso del 1498.

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Partito da Lisbona l’8 luglio del 1497, fu il primo navigatore nella storia a preferire il mare aperto rispetto alla navigazione sotto costa. Si inoltrò nell’Atlantico occidentale, a novembre doppiò il Capo di Buona Speranza e a Natale passò (primo europeo nella storia) le coste del Natal, in Sudafrica, un nome scelto proprio da lui. Nonostante gli arabi tentarono di sabotargli il viaggio a Monbasa (Kenya), De Gama arrivò a Malindi (in feroce concorrenza con Mombasa) dove fu accolto a braccia aperte dal sultano locale che gli mise anche a disposizione un grande navigatore, lo yemenita Ahmad b. Majid al-Najdi che lo aiutò a raggiungere senza problemi l’attuale stato del Kerala, in India.

Il 20 maggio 1498 sbarcò a Calicut (l’attuale Kozhikode) nel Malabar, sulla costa sud-occidentale dell India. Era la prima volta una nave europea approdava in India.

Nel corso del tempo molte cose sono cambiate; innanzitutto la creazione dello Stretto di Suez ha facilitato in modo considerevole gli spostamenti via mare tra Europa e Asia. Ora non è più necessario fare lo sforzo immane di circumnavigare tutto il continente. Eppure è suggestivo ripercorrere le tappe delle vie commerciali, navigando in un oceano meraviglioso come l’Oceano Indiano, concedendosi tempo e fare lunghe tratte o anche brevi tratti.

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Con le navi moderne è possibile esplorare in navigazione tra Africa e Asia: lungo le coste del Sudafrica, da Durban e Città del Capo e fino alle meravigliose acque turchesi del Mozambico, ma non solo. I più audaci e fascinosi possono scegliere di fare rotta sulla mitica Singapore, con i suoi palazzi moderni, i suoi miti e leggende, o su Hong Kong, con il suo inconfondibile skyline e la sua storia affascinante, fare tappa in Thailandia o in Malesia. Senza però prima perdere una fermata in Kenya, a Mauritius, alle Seychelles, alle Maldive o in Madagascar: per veri intenditori (e veri viaggiatori).

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