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I Feel Marocco: gli incontri che hanno reso speciale il mio viaggio in Marocco

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Spezio ha lanciato l’idea con il suo post I feel Marocco: viaggio attraverso gli occhi dei miei compagni di strada, Monica di Turista di Mestiere ha subito raccolto l’invito…., io non potevo essere da meno. Parlare degli incontri incredibili fatti in viaggio in quella terra ricca di emozioni e sorprese che è il Marocco è puro piacere, è inevitabile voglia di condivisione e ricordo.

Se devo pensare a un aggettivo per descrivere il Marocco, mi viene subito alle labbra “affascinante”. Il fascino emanato dalle medine delle città imperiali marocchine, dall’imponenza dei paesaggi, così diversi ma tutti suggestivi, magici, che ti lasciano senza parole, il fascino dei villaggi berberi, il fascino indiscutibile del deserto. Ma è anche il fascino dei suoi abitanti, apparentemente schivi e timidi di fronte alla macchina fotografica, ma poi subito pronti a un sorriso, a raccontarti storie, a offrirti un tè.

Il fascino dei mercati. Così vivi, così veri, un’esperienza sensoriale unica. I suk, nel cuore delle città, ma anche i mercati dei villaggi, sperduti in mezzo al nulla, tra le montagne e il deserto.

Gli scatti rubati, con la macchina fotografica in mano e gli occhi lontani dall’obbiettivo. Sperando di portare a casa qualche buon scatto. Non posso non immortalare quello che vedo: questo Marocco mi piace troppo.

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I volti dei berberi del deserto. Così ospitali. Così gentili.

Il duro lavoro nelle tintorie, a Fez ma anche a Marrakech (realtà decisamente più forte e meno turistica). Una realtà incredibile: esiste forse un lavoro peggiore di questo?

L’incontro che mi ha colpito più di tutti: Houcine e i suoi meravigliosi acquerelli, in divenire di fronte ai miei occhi, ad Ait ben Haddou. La mattina presto, in una bellissima giornata di sole. La calca dei turisti non è ancora arrivata e io mi avventuro tra le stradine di quella che è la kasbah più famosa del Marocco. Un posto meraviglioso.

Per caso mi trovo a passare proprio di lì, mentre lui è all’opera. Mi fermo affascinata. Lui mi racconta che usa colori naturali: indaco, zafferano, whisky. Poi li fissa con la fiamma. Quello che produce è un vero capolavoro. Mi offre un tè alla menta, mi siedo con lui.

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Quello è stato uno dei momenti più belli, pacifici e intensi di questo mio viaggio in Marocco. Un vero viaggio iper-sensoriale. I feel Marocco.

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2 comments

    • Grazie Monica! I colori del Marocco mi sono rimasti nel cuore. Prima o poi devo andare a rivederli 😉 e poi voglio andare a Essaouira!

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